PREFAZIONE

 

Mi chiamo Vladimiro Marcoccio, sono nato ad Orte nel 1943 e come la maggior parte dei miei concittadini sono stato un dipendente delle Ferrovie dello Stato, per 35 anni, unica alternativa, allora, per i giovani.

In quiescenza da ben sette anni, per occupare il tempo libero mi sono dedicato al mio hobby preferito: il campo della ricerca, della conoscenza del passato, idea che fin da fanciullo era impressa nella mia mente. Ho colto subito l’opportunità che mi si presentava: la ricerca della storia di Orte (Horta) e in particolar modo sulla figura di PROBA BETIZIA FALCONIA, attraverso documentazioni dagli archivi storici di Orte, sia quello comunale che quello diocesano.

L’inizio a dire il vero è stato un pò difficoltoso perché non ho avuto alcun aiuto dai miei coetanei che si sono dimostrati poco inclini sull’argomento da trattare.

Trascrivendo le pagine del manoscritto “La Fabrica d’Orta”, mi sono imbattuto su quanto mi interessava conoscere :”PROBA BETIZIA FALCONIA” la nobildonna vissuta nel IV sec. d.C., che “Dicunt” fosse originaria di Orte, anche se molte città rivendicano l’onore della sua nascita.

Data l’importanza del personaggio ho ritenuto opportuno svolgere una indagine approfondita ma i fatti portati a mia conoscenza erano frammentari e disordinati.

La maggior parte dei dati li ho desunti dal suddetto manoscritto di Don Lando Leoncini (1548/1634) opera composta da 4 volumi, conservati presso l’archivio storico comunale della città di Orte, nel 1902 da  e attraverso le trascrizioni della suddetta opera, fatta da Giocondo Pasquinangeli, nel 1902 che trovasi presso l’archivio diocesano di Orte, e quella fatta dal Conte Mariano Alberti del 1834, conservata presso l’archivio storico comunale di Orte.

Il Leoncini racconta che durante una passeggiata tra i vicoli della città si sia trovato di fronte alla casa e piazza della nobildonna che i nostri avi le dedicarono, inoltre scrive che la sua immagine era dipinta nel vecchio palazzo della Comunità, e ciò, secondo il mio parere, avvalora la sua origine nella notte città.

Molti personaggi delle varie epoche la decantarono: Messer Joanni Falcone come si legge nelle lettere “Apostoliche di Alessandro IV°”, Fra Jacomo Eremitano la cita nel “Supplemento delle Croniche”, ma l’elogio più significativo è stato dato da Giovanni Boccaccio in una delle sue opere “De mulieribus claris” (famosa tra le donne) inserendola tra le dieci donne più virtuose dell’epoca, infine attraverso la traduzione di alcune pagine di Justo Fontanini nella sua opera “De antiquitatibus Hortae“ nel 1723.

Ora dopo quanto detto spero che le pagine accluse possano dimostrare il mio totale impegno nel portare a conoscenza la figura di questa nobildonna importante. Sarò riuscito nel mio intento? Spero tuttavia che non sia stata inutile questa mia fatica, vorrei comunque che questo lavoro che ha assorbito molto del mio tempo libero sia una dimostrazione del mio amore per la conoscenza e ai giovani miei concittadini dire che la storia di Orte è ricca di personaggi illustri.

Debbo un particolare ringraziamento a coloro che mi hanno permesso di accedere negli archivi storici e a quelle poche persone che si sono dimostrate sensibili alla mia iniziativa, un grazie di “cuore”

Orte Scalo, lì 25 Novembre 2007                      Vladimiro Marcoccio