Dal Fontanini

(Fontanini) All’età di circa trenta anni come molte matrone romane decide di abbandonare la tradizione pagana per convertirsi al Cristianesimo e con grande impegno inizia a studiare i testi sacri, distinguendosi immediatamente per le sue sorprendenti doti letterarie. La cultura e la sensibilità artistica le consentono di diventare istitutrice di due imperatori romani: Arcadio (395-408)  e Onorio (383-423) e tra il 353 e il 370 si cimenta nella composizione dell’opera poi divenuta celebre come il “Centone virgiliano”.

(Fontanini) All’epoca era assai raro per una donna aver accesso alla cultura, studiare i classici greci e latini era un privilegio riservato a pochi nobili e scrivere una virtù per pochi illuminati. Proba rappresenta un’eccezione. Lei è l’unica figura femminile della letteratura cristiana antica e l’unica autrice di cui conserviamo l’intera opera. La tecnica da lei scelta per l’elaborazione del testo è la centonizzazione, ossia un esercizio scolastico, molto comune nel Medioevo e caro ai retori della tarda romanità che con un gioco abile e paziente usavano versi o emistichi di vari poeti per crearne altri di significato differente. Ci sono pervenuti centoni di Omero - Homerocentones - e di Virgilio – Virgiliocentones - e proprio attraverso le parole di quest’ultimo che Proba dà veste poetica agli episodi biblici del Vecchio e del Nuovo Testamento, dalla creazione del mondo all’ascesa di Cristo nei cieli dopo la Resurrezione.

(Fontanini) Pagana nella forma ma cristiana nell’ispirazione e nell’afflato poetico, rivestì con il suo Cento un ruolo fondamentale nel processo di cristianizzazione, creando uno stretto collegamento tra le verità di fede e la grande tradizione classica incarnata dalla lingua virgiliana.

(Fontanini) L’opera che lei stessa definisce “Carmen sacrum” è composta da 694 esametri scelti con grande sapienza dalla poetessa che costruì l’intero componimento adattando l’erudita metrica virgiliana al contenuto. La scelta di coniugare questi elementi: cristiano e pagano forse risiede nel desiderio di Proba di far avvicinare al messaggio cristiano i ceti più elevati, fino ad allora lontani e avversi alle scritture sacre data la scarsezza di fonti autorevoli.

(Fontanini) Il cristianesimo all’inizio si diffuse tra i ceti più bassi anche attraverso testi umili, tradotti dal greco, spesso ricchi di errori morfologici e sintattici per cui gli uomini colti abituati alla retorica e ai raffinati stili dei grandi autori classici difficilmente si cimentavano in letture più semplici. Proba cerca con la sua opera di sopperire a questa povertà nell’eloquio cristiano e consapevole del valore spirituale presente negli scritti di Virgilio decide di riprendere e adattare proprio i suoi versi al Nuovo e Vecchio Testamento creando così un’Antologia unica e originale.

(Fontanini) Il suo sforzo letterario venne sia apprezzato da molti letterari che elogiarono l’eleganza stilistica, frutto della sapiente scelta dell’autrice, sia criticato da molti cristiani perché osò usare uno stile pagano per trattare argomenti sacri, riferendosi a Cristo come a un eroe epico secondo il modello di Enea. In realtà, Proba rinuncia ai temi del mondo cavalleresco quali cavalli, armi e guerre, cari alla tradizione omerica e virgiliana in funzione di due elementi fondamentali del Cristianesimo: la preghiera e la pietas di Cristo, aspetti che le permettono di non subire alcuna censura da parte delle autorità ecclesiali, anzi, Papa Gelasio I (492-96) concesse un permesso ufficiale alla diffusione del Centone, considerato un buon modo per far avvicinare i romani alla fede.