BIOGRAFIA "FALTONIA BETITIA  PROBA"

DI

Dott.ssa ALESSIA FASSINA

Faltonia Betitia Proba

 Scarsissimi sono i riferimenti interni al Cento Probae da cui si possono attingere notizie biografiche inerenti alla sua autrice: la sjragιV uatis Proba del v. 12, che gioca sul duplice significato di Proba come aggettivo e nome proprio, consente semplicemente di dedurre l’appartenenza della poetessa all’illustre famiglia dei Petroni Probi, mentre il v. 23 Vergilium cecinisse loquar pia munera Christi la colloca tra coloro che consideravano Virgilio un profeta del Cristo Venturo.

Un po’ più esaustiva si dimostra la tradizione indiretta, in particolare Isidoro di Siviglia, il primo autore a citare l’autrice tanto nel De uiris illustribus (22), quanto nel paragrafo dedicato ai centoni delle Etymologiae:

Isid. uir. Ill. 22 Proba, uxor Adelphii proconsulis, foemina idcirco inter uiros ecclesiasticos posita sola, pro eo quod in laude Christi uersata est, componens centonem de Christo, Vergilianis coaptatum uersiculis. Cuius tamen non miramur studium, sed laudamus ingenium. Quod tamen opusculum inter apocryphas scripturas inseritur.

Orig. 1, 39, 26 Denique Proba, uxor Adelphi centonem ex Uergilio de Fabrica mundi et Euangeliis plenissime expressit, materia conposita secundum uersus, et uersibus secundum materiam concinnatis. Sic quoque et quidam Pomponius ex eodem poeta inter cetera stili sui otia Tityrum in Christi honorem conposuit: similiter et de Aeneidos.

Grazie a queste due testimonianze si apprende il nome del marito, Adelfio, la sua carica di proconsole e la notizia che il centone sarebbe stato inserito tra i libri apocrifi.

Questi dati vengono supportati anche dalle notizie contenute nella titolatura di alcuni codici medievali che tramandano il centone: sebbene alcuni manoscritti si limitino ad identificazioni generiche come  “uersus Probe”[1],“Proba de aeptatico”[2], “cento Probe”[3], tre testimoni ci forniscono, invece, delle informazioni di estremo interesse.

Il primo, e più importante, era un “codex Mutinensis” del X sec., ora perduto, ma un tempo conservato nel monastero di S. Benedetto Po presso Mantova, che riportava in calce al centone l’annotazione “Proba, uxor Adelphii, mater Olybrii et Aliepii, cum Constantini bellum aduersum Magnentium conscripsisset, conscripsit et hunc librum”, stando a quanto descrive il Montfaucon nel suo Diarium Italicum (p. 36). Questa subscriptio, oltre ad esplicitare il nome del marito, Adelfio, e dei figli di Proba, Olibrio ed Alipio, è anche l’unica fonte da cui si possa evincere che la precedente produzione letteraria della poetessa, ricordata nei primi otto versi del centone, avesse avuto come argomento la guerra tra Costanzo e Magnenzio, conclusasi con la vittoria del primo a Mursa Maior nel 351 d.Cr.

Ulteriori dati prosopografici provengono dall’iscriptio del cod. Palatinus 1753:

“Incipiunt indicula centonis Probae inlustris romanae, Aniciorum mater, de Maronis et Uirgilii Mantuani uatis libris praedicta Proba uxor Adelphi ex praefecto urbis hunc centon(em) religiosa mente amore Christi spiritu feruenti prudenter enuclitate deflorauit”,

e del Vaticanus bybl. Reginae 1666 che riporta come adscriptio Faltoniae Vetitiae Probae clarissimae feminae uergiliocenton”, dove una glossa marginale al v. 689 identifica il marito con il nome di Alypium.

In base alle coincidenze tra la tradizione indiretta e i codici, l’autrice del centone venne identificata, già nella Patrologia Latina, con Faltonia Betitia Proba, moglie del prefetto urbano del 351 Clodio Celsino Adelfio, e il centone datato alla metà degli anni sessanta.

Solo l’evidenza epigrafica consente di precisare la cronologia e i vincoli di parentela di Faltonia Betitia Proba, appartenente alla nobilissima famiglia dei Petroni Probi.

Era figlia di Petronio Probiano 3[4], proconsole d’Africa nel 315-16, e forse prefetto del pretorio nel 321[5], console nel 322 con Anicio Giuliano 23[6]; praefectus urbis Romae nel 329-31. Suo fratello Petronio Probino 2 fu praefectus urbis nel 345-6, console nel 341 con Antonio Marcellino 16 (CIL IX,10) e padre di Sesto Petronio Probo (CIL V,3344 Petronio Probo… nepoti Probiani, filio Probini,vv.cc., praef. Urbis et conss), che ebbe l’onore straordinario del consolato come collega dell’imperatore Graziano nel 371, e che fu uno dei personaggi più influenti della sua epoca come testimoniano, tra gli altri, un’epistola di Ausonio a lui dedicata (16) e il celebre ritratto di Ammiano (27,11,1). Il marito dell’autrice è da identificare in Clodio Celsino Adelfio 6 che, stando a CIL IX,1576 corr. Regionum duarum, fu probabilmente correttore di Apulia e Calabria prima del 333 (anno in cui Benevento entrò a far parte della Campania), forse proconsole di una provincia a noi non nota prima del 351, prefetto urbano dal 7 giugno al 18 dicembre del 351; durante questa carica fu accusato da un certo Doro di tendere ad “altiora” secondo quanto riporta Amm. 16,6,2 Dorus…quem nitentium rerum centurionem sub Magnentio Romae prouectum retulimus accusasse Adelfium urbi praefectum ut altiora coeptantem. Da lui ebbe due figli, Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio e Faltonio Probo Alipio[7]; il primo fu consolare in Campania prima del 361, proconsole d’Africa nel 361, prefetto urbano nel 369-70 (la sua prefettura viene descritta in Amm. 28,1,8; 28,4,1), prefetto del pretorio d’Illiria e poi d’Oriente nel 378, console con Ausonio 7 nel 379. Dal suo matrimonio con Tirrania Anicia Iuliana 3 nacque Anicia Faltonia Proba che andò in sposa a Sesto Petronio Probo. Il figlio minore di Proba fu condannato all’esilio nel 370-1 (Amm. 28,1,16 Alypius nobilis adulescens ob leuem relegatus errorem), mentre nel 378 assunse un ufficio, forse il vicariato d’Africa ( Symm. epist.7,66) e fu prefetto urbano nel 391 (CIL VI,1185).

Le date di nascita e morte di Proba non si conoscono con sicurezza, ma si possono evincere con buona approssimazione: sebbene nel quarto secolo non valessero più le antiche leggi sui limiti d’età e sull’ordo magistratuum, tuttavia non era possibile conseguire cariche prima dei diciotto anni, per cui se il figlio primogenito di Proba compare nelle magistrature già dal 361, significa che, per tenere la data più bassa, fosse nato agli inizi degli anni quaranta; ammettendo Proba madre giovanissima, la sua nascita può essere verosimilmente collocata agli inizi degli anni venti. Riguardo alla morte, è evidente che Proba fosse premorta al marito, stando a CIL VI,112 Clodius Adelfius uir clarissimus, ex praefectis urbis uxori incomparabili et sibi fecit. Adelfio morì sicuramente prima del figlio Ermogeniano la cui epigrafe sepolcrale è dedicata solo dal fratello Alipio e non anche dal genitore: CIL VI,713 Q. Clodio Hermogeniano Olybrio u c fratri admirandae pietatis Faltonius Probus Alypius vc. Dal momento che Ermogeniano era ancora vivo nel 384, in base a Symm. rel. 28, ma era già morto nel 395, stando a Claud. 1,30, l’anno 394 costituisce la possibile data più bassa della morte del padre, di conseguenza dobbiamo ipotizzare che Proba dovesse essere deceduta o prima di questa data o, al limite, quell’anno stesso, dovendo, però, in questo caso ammettere la morte dell’autrice, del marito e del figlio tutte nello stesso anno a pochi mesi di distanza l’una dall’altra.

 


[1] Codd. Paris. lat. 13048 et 7701.

[2] Codd. Laudunenses 279 et 273.

[3] Codd. Augiensis CCXVII; Turicensis bybl. urb. C.68.

[4] Il prestigio del personaggio è testimoniato dai versi a lui dedicati da Symm. epist. 12,6 iactet se Fortuna illis, quos indice nullo | Lucem ad Romuleam sua sola licentia uexit; | Te, Probiane, pudor, te felix gratia teque | Itala simplicitas morum et sollertia inuit. | Adsidue quodcirca, Augustis natus et hospes, | praemia magnorum retulisti dignus honorum.

[5] in base a CTh IX,42,1, legge indirizzata a “Petronio Probiano” senza indicazione della carica.

[6] CIL VI,1686 Petronio Probiano et Anicio Iuliano coss.

[7] CIL VI,1713 Q. Clodio Hermogeniano Olybrio u c fratri admirandae pietatis Faltonius Probus Alypius uc.